Associazione Culturale

Il volo di Lord Franklin

Il volo di Lord Franklin


  Liberamente tratto dal romanzo di Ray Bradbury FAHRENHEIT 451
  Elaborazione del testo e regia di Gianluca Moiser
  Assistente alla regia: Titti Tandoi


  Nel 2051, in un mondo in cui tutto è velocità e noia e dove i   libri vengono sistematicamente distrutti dai rappresentanti dell'ordine pubblico,   i militi del fuoco, uno di essi, Guy Montag, si ribella. Come Lord Franklin,   l'esploratore inglese che nel maggio del 1845 salpò con due navi e circa   cento marinai alla ricerca di un passaggio verso il polo Nord, scomparendo senza   lasciare traccia, anche Montag tenta il suo folle volo, consapevole del prezzo   che potrebbe costargli.


  I

Luce sui due personaggi, sul proscenio, rivolti al pubblico.
  Cl. Buonasera
  Mon. Naturalmente, siete la nostra nuova vicina, non è vero?
  Cl. E voi dovreste essere...dovreste essere l'uomo degli incendi, l'uomo   che brucia i libri
  Mon. Con che strano tono lo dite
  Cl. Vi avrei riconosciuto...anche ad occhi chiusi
  Mon. Come mai? Forse l'odore di cherosene? Mia moglie si lamenta sempre dell'odore   che ho addosso (ridendo). Per quanto ci si lavi, non lo si perde mai del tutto.
  Cl. Infatti non lo perdete mai del tutto.
  Mon. Il cherosene è ormai per me il miglior profumo che esista al mondo
  Cl. Davvero? Possibile che sia proprio così?
  Mon. Oh, ma certo. Perché vi sembra una cosa tanto strana?
  Cl. Non lo so. Non vi dispiace se torno a casa con voi? Mi chiamo Clarisse McClellan.
  Mon. Clarisse. Io sono Guy Montag. Su, andiamo. Che cosa state facendo in giro   così tardi la notte? Quanti anni avete?
  Cl. Dunque, ho diciassette anni e sono pazza. Mio zio dice che queste due cose   vanno sempre insieme. Quando qualcuno ti chiede quanti anni hai, mi ha detto,   tu di' sempre diciassette e che sei pazza. Non è forse una bell'ora questa,   di notte, per fare due passi? Mi piace sentire l'odore delle cose, guardare   come sono fatte, e alle volte resto alzata tutta la notte a camminare e a vedere   il sole che si leva.
  Sapete? Non ho affatto paura di voi, io.
  Mon. Perché dovreste avere paura di me?
  Cl. Oh, tanta gente ha paura. Paura degli addetti agli incendi, voglio dire.   Ma voi, dopo tutto, non siete che un uomo come gli altri. Mi permettete una   domanda? Da quanto tempo lavorate agli incendi?
  Mon. Da quando avevo vent'anni. Circa dieci anni fa.
  Cl. Non leggete mai qualcuno dei libri che bruciate?
  Mon. (ridendo) Ma è contro la legge!
  Cl. Oh, già, certo.
  Mon. E' un bel lavoro, sapete? Il lunedì bruciare i luminari della poesia,   il mercoledì Melville, il venerdì Whitman. Ridurli in cenere e   poi bruciare la cenere. E' il nostro motto ufficiale.
  Cl. E' vero che tanto tempo fa i vigili del fuoco SPEGNEVANO gli incendi invece   di appiccarli?
  Mon. No, è una leggenda. Le case sono sempre state antincendio, potete   prendermi in parola.
  Cl. E' strano. Mi ricordo di avere sentito dire che molto, molto tempo fa le   case ardevano spesso per disgrazia e che occorrevano gli uomini del fuoco per   DOMARE le fiamme. Perché ridete?
  Mon. Sapete che siete una ragazzina molto stramba? Non avete dunque il minimo   senso di rispetto?
  Cl. Non avevo nessuna intenzione di offendervi. E' che mi piace osservare la   gente come è fatta, ecco tutto.
  Mon. Ebbene, questo non vi dice proprio nulla (indica il numero 451 cucito sulla   divisa)?
  Cl. Oh, sì, certo. Avete mai osservato gli auto-reattori correre per   i viali a rotta di collo, laggiù?
  Mon. Ma ora voi cambiate discorso!
  Cl. A volte mi viene il dubbio che gli automobilisti non sappiano che cosa sia   l'erba, o come siano i fiori, perché non li hanno mai visti, non ci sono   mai passati vicino con lentezza. Se mostrate a un automobilista una macchia   verdastra, "Oh, sì, vi risponde, è dell'erba quella".   Se gli mostrate una chiazza rosata vi dirà che è un rosaio mentre   le case sono per lui macchie biancastre e quelle marroni vacche al pascolo.   Mio zio una volta fu colto a guidare lentamente su un'autostrada: a settanta   chilometri all'ora, andava, e lo tennero in prigione per due giorni. Non è   una cosa buffa e anche triste, in fondo?
  Mon. Voi pensate a troppe cose.
  Cl. Raramente guardo alla TV il programma "Tra le pareti del salotto"   o vado alle corse o ai parchi di divertimento. Così mi resta un mucchio   di tempo per i pensieri più strampalati, direi. Avete mai visto quei   cartelloni pubblicitari alti come grattacieli ai lati delle autostrade? Lo sapevate   che una volta i cartelloni pubblicitari erano alti al massimo sei o sette metri?   Ma poi le auto sono diventate così veloci che fu necessario farli sempre   più grandi, perché si potessero leggere passando.
  Mon. Questo non lo sapevo
  Cl. ma ci sono altre cose che io so e voi non sapete. Per esempio c'è   della rugiada sull'erba, la mattina presto. E se guardate bene, c'è un   volto umano sulla luna
  Io sono arrivata. Buona notte (si allontana. Si gira).
  Siete felice? (se ne va)
  Mon. Mi ha domandato se sono felice. Ma che razza di assurdità!

II
  Montag rientra a casa. Camera da letto.
  Mildred è sdraiata sul letto, immobile. Montag vede un oggetto vicino   al corpo della moglie: una fialetta di sonniferi.
  Urla: Mildred!

III
  Luce piena
  In scena due operatori
  Operatore: Bisogna ripulirli da tutte e due le parti. E' inutile disintossicare   lo stomaco se non si pulisce il sangue. A lasciare quella roba nel sangue ti   va al cervello con la violenza di una martellata, bang! Un paio di migliaia   di volte e il cervello non ce la fa, smette di funzionare, dà di volta.
  Mon. E smettetela!
  Op. Dicevo solo per dire
  Mon. Avete finito?
  Op. Abbiamo finito. Sono cinquanta dollari.
  Mon. Innanzitutto, perché non mi dite se si rimetterà completamente?
  Op. Ma certo che si rimetterà completamente. Abbiamo tutta quella robaccia   assassina nella valigia, ora, ce la portiamo via noi e non potrà più   farle male. Come vi dicevo prima, se togliete tutto il vecchio e rimettete tutto   materiale nuovo, dovete stare bene per forza.
  Mon. Nessuno di voi è medico professionista. Perché il Pronto   soccorso non ne ha mandato uno?
  Op. Per la miseria! Abbiamo nove o dieci di questi casi ogni notte. Erano diventati   così frequenti qualche anno fa, quando furono costruite queste macchine,   queste con la lente ottica, si capisce. Non c'è bisogno di un medico   patentato, per casi come questi. Quelli che vi occorrono sono due specialisti   di queste macchine, due tecnici, che sappiano lavare e disintossicare un corpo   in mezz'ora. E ora, abbiate pazienza ma dobbiamo andare. Ho appena avuto un'altra   chiamata all'apparecchio radio dentro l'orecchio. A dieci isolati di distanza.   Qualcun altro che ha dato fondo a un tubetto di compresse. Chiamateci pure,   se avete bisogno di noi. Lasciatela dormire ora. Abbiamo immesso nel suo organismo   un anti-sedativo. Si sveglierà con una fame da lupo. Arrivederci. (Buio)

IV
  Mil. Non riesco a capire perché debba avere tanta fame
  Mon. Ma tu...
Mil. Oh, ma una fame...
Mon. Questa notte...
Mil. Che cosa è successo questa notte?
  Mon. Non ti ricordi?
  Mil. Che cosa devo ricordare? Abbiamo forse fatto un po' troppo baccano? Mi   sento come se avessi bevuto troppo. E che fame! Chi c'era stanotte?
  Mon. Due o tre amici soltanto
  Mil. E' appunto quello che pensavo (mangia). Ho lo stomaco all'aria, ma ho lo   stesso una gran fame. Spero di non aver detto o fatto nulla di sconveniente   stanotte, durante la baldoria.
  Mon. No, no.
  Mil. Anche tu non mi sembri troppo per la quale. Perché sei tanto assorto?
  Mon. Stavo pensando a una cosa. Devo parlarti.
  Hai inghiottito tutte le compresse del sonnifero, questa notte.
  Mil. Oh, è impossibile che io abbia fatto una cosa simile.
  Mon. Eppure il flacone era vuoto
  Mil. Ma è impossibile, ti dico. Perché avrei dovuto fare una cosa   simile?
  Mon. Forse hai preso due compresse, poi, dimenticandolo, ne hai prese altre   due, annebbiandoti talmente che hai continuato a prenderne fino ad averne trenta   o quaranta in corpo.
  Mil. Diamine, a che scopo dovrei ridurmi a fare una cosa tanto sciocca?
  Mon. E' quello che mi domando anch'io.
  Mil. Non ho fatto nulla di simile. E non lo farei in un miliardo di anni.
  Mon. Che cosa c'è oggi alla TV?
  Mil. Una commedia che trasmetteranno sul canale parete-parete fra dieci minuti.   Mi hanno spedito la parte stamattina per posta. Scrivono un lavoro con una parte   mancante. E' una nuova idea della TV. Quella che rimane in casa, cioè   io, è la parte che manca. Quando viene il momento delle battute mancanti,   tutti si girano verso di me a guardarmi dalle tre pareti e io dico le battute.   Qui, per esempio, l'uomo dice: "Che te ne pare di tutta questa idea, Helen?".   E intanto guarda me, seduta qui, al centro del palcoscenico, vedi? E io rispondo,   rispondo..."Oh, a me pare che sia un'idea stupenda". Poi la commedia   va avanti normalmente fino a quando l'uomo dice: "Sei d'accordo anche tu,   Helen?" e io rispondo "D'accordissimo". Non è una cosa   divertente, eh Guy? Te lo dico io che è molto divertente.
  Mon. Ma la commedia di che cosa tratta?
  "Te l'ho detto! Ci sono questi personaggi che si chiamano Bob ed Helen.   E Ruth.
  Mon. Oh
  Mil. Una cosa davvero divertente. E lo sarà ancora di più quando   potremo fare l'impianto della quarta parete. Quanto tempo credi che dovremo   aspettare per installare la quarta parete TV? In fondo la spesa non supera i   duemila dollari.
  Mon. Duemila dollari sono quattro mesi della mia paga.
  Mil. Non supera i duemila dollari e penso che qualche volta potresti anche ricordarti   di me. In fondo, facendo qualche piccolo sacrificio...
Mon. Stiamo già facendo parecchi piccoli sacrifici per pagare la terza   parete TV. L'abbiamo fatta montare due mesi fa, ricordi?
  Mil. Davvero? Sono passati solo due mesi?
  (Montag è pronto per uscire)
  Mil. Beh, arrivederci, caro
  Mon. Arrivederci. E' almeno a lieto fine la commedia? (Legge l'ultima pagina   e annuisce, ripiega il fascicolo e lo lancia a Mildred) Molto, molto interessante!   Esce.

V
  Luce sul proscenio, v. prima scena, ma sono sullo stesso piano
  Cl. (ha la testa buttata indietro e le gocce di pioggia le arrivano sulla faccia.   Sorride a Mon.) - Salve!
  Mon. Salve. E ora si può sapere che cosa state facendo?
  Cl. Sono sempre pazza, sapete. La pioggia ha un buon sapore, è bello   sentirsi toccare dalla pioggia. Mi piace camminare sotto la pioggia.
  Mon. Non posso dire che a me piaccia molto.
  Cl. Sfido io, non ci avete mai provato!
  Mon. Infatti non ho mai provato.
  Cl. (si lecca le labbra) ha proprio un buon sapore!
  Mon. Insomma, andate in giro a provare ogni cosa una volta, vero?
  Cl. A volte anche due volte.
  Mon. Che cosa stringete nella mano?
  Cl. Credo che sia l'ultima radicchietta di quest'anno. Non avrei mai creduto   di trovarne una nel prato così tardi. Sapete della prova che si fa, strofinandosela   sotto il mento? Guardate (si sfiora il mento con il fiore)
  Mon. Perché?
  Cl. Se lascia il colore, vuol dire che sono innamorata. Lo lascia? Dunque?
  Mon. Siete gialla ora, sotto il mento.
  Cl. Magnifico! Vediamo voi, adesso.
  Mon. Per me non vale.
  Cl. Qua (strofina il fiore sul mento di M)
  Mon. Dunque?
  Cl. Che vergogna! Voi non siete innamorato di nessuno.
  Mon. Lo sono invece
  Cl. Ma non si vede
  Mon. Sono innamorato, innamoratissimo. Lo sono davvero.
  Cl. Oh, vi prego, non fate quella faccia.
  Mon. E' colpa della radicchietta, l'avete consumata tutta quanta voi!
  Cl. Deve essere così. Ma intanto vi ho fatto arrabbiare, lo vedo benissimo   che siete sconvolto. Vi chiedo scusa, vi chiedo sinceramente perdono
  Mon. No, niente da perdonare
  Cl. Ora devo andare, per cui ditemi che mi avete perdonato. Non voglio sapervi   arrabbiato con me.
  Mon. Non sono affatto arrabbiato con voi. Solo un po' turbato
  Cl. Ora devo andare dal mio psichiatra. Mi costringono ad andarci. E io mi preparo   le cose da dirgli. Non so che cosa pensa di me. Dice che sono una cipolla fatta   e finita: lo tengo sempre occupato a sbucciare i vari strati
  Mon. Comincio proprio a credere che vi ci voglia davvero uno psichiatra
  Cl. Lo dite, ma non lo pensate, vero?
  Mon. No, non lo penso
  Cl. Lo psichiatra vuol sapere perché esco a vagabondare per i boschi,   osservando uccelli e farfalle. Vogliono sapere che cosa faccio tutto il tempo.   Io dico loro che resto seduta semplicemente a pensare. Ma non dico loro che   cosa penso. Li faccio disperare. E a volte, dico loro, mi piace buttare la testa   all'indietro, come adesso, e lasciare che la pioggia mi cada in bocca. Ha il   sapore del vino. L'avete mai assaggiata?
  Mon. Ma vi ho detto di no...
Cl. Mi avete perdonata, vero? Sapete, anche voi siete un uomo strano, signor   Montag. A volte si dimentica perfino che siete un incendiario. Ora, per caso,   non vi ho fatto arrabbiare un'altra volta, vero?
  Mon. Su, proseguite
  Cl. Come avete cominciato? Come siete potuto entrare in quel corpo? Com'è   stato che avete scelto questo lavoro? Perché non siete come gli altri.   Ne ho visti alcuni: so di che si tratta. Quando vi parlo, voi ora mi guardate.   Quando vi dissi non so che della luna, l'altra sera, voi avete guardato la luna.   Gli altri non lo farebbero mai. Gli altri se ne andrebbero di punto in bianco,   piantandomi in asso con le mie chiacchiere. O mi farebbero delle minacce. Nessuno   ha più tempo per gli altri. Voi siete uno dei pochissimi che mi danno   retta. Ecco perché mi sembra tanto strano che siate nelle squadre che   bruciano i libri: Non mi pare giusto. In un certo senso è qualcosa che   non vi somiglia.
  Mon. Farete bene a correre al vostro appuntamento col medico.
  Cl. si allontana e Mon. piega la testa all'indietro...

VI
  Caserma. Montag, Beatty e altri due militi.
  Entrano Montag e Beatty e si siedono a giocare ad un videogioco. Sul fondo due   militi scherzano.
  Primo milite (cita il regolamento). "Si decise, nel 1790, di dare alle   fiamm,nelle colonie,tutti quei libri che si rivelassero influenzati dagli Inglesi..."
Ora vediamo se conosci bene il nostro regolamento: regola n. 1?
  Secondo milite. Rispondere alla chiamata d'allarme.
  1. Non basta
  2. Rispondere alla chiamata d'allarme immediatamente.
  1. Regola n. 2
  2. Appiccare subito il fuoco
  1 e 2. E bruciare tutto scrupolosamente
  2. Adesso dimmi tu le ultime due
  1. Tornare senza indugio in caserma
  2. E infine?
  1. Tenersi pronto nell'eventualità di altri allarmi!

I militi ridono e consultano un tabulato. Voce della radio: La guerra può   essere dichiarata da un momento all'altro...

Be. Sta a te giocare, Montag.
  Mon. Sta...stavo pensando. All'incendio della settimana scorsa. All'uomo   a cui abbiamo bruciato la biblioteca. Che fine ha fatto quell'uomo?
  Be. Lo hanno portato urlante in manicomio
  Mon. Eppure non era pazzo
  Be. Chiunque osi mettersi contro il Governo e noi è un pazzo.
  Mon. Cercavo di immaginarmi che cosa si deve provare a vedere i vigili del fuoco   bruciare la nostra casa, i nostri libri...
Be. Noi non abbiamo libri
  Mon. Ma se li avessimo?
  Be. Tu ne hai forse qualcuno?
  Mon. No. Ma è sempre stato così? Oppure una volta, molto, ma molto   tempo fa...
Be. Una volta, molto tempo fa. Ma che razza di discorsi fai.
  Mon Voglio dire che anticamente, prima che le case fossero del tutto refrattarie   agli incendi, i vigili del fuoco non domavano gli incendi, anziché rinfocolarli   e provocarli?
  Be. Questa sì che è bella!
  Suona l'allarme. I vigili si preparano ad uscire.
  Be. Temo che dovremo rimandare la partita.
  Mon. Lo credo anch'io
  Be. E anche la nostra conversazione...
Vigile: Montag, ti sei dimenticato l'elmetto!
  Escono tutti tranne Beatty.

VII
  Luce sul proscenio. Seduti Montag e Carisse, che giocherella con una pallina.
  Mon. Li abbiamo distrutti. La vecchia diceva: "Non potrete mai avere i   miei libri". Se ne stava inginocchiata tra i volumi, toccava il cuoio e   il cartone inzuppati di cherosene, leggendo i titoli dorati con le dita. "Voi   conoscete bene la legge", le ha detto Beatty "Dov'è andato   a finire il vostro buon senso? Non c'è un solo libro qui che vada d'accordo   con gli altri. Ve ne siete stata chiusa qui, per tanti anni, insieme con una   vera e propria torre di Babele. Adesso uscitene, una buona volta!"
  E allora la vecchia aprì lievemente le dita di una mano e nel palmo apparve   un piccolo oggetto sottile. Un comune fiammifero da cucina. Alla vista del fiammifero   tutti ci precipitammo fuori dalla casa. Non volle seguirci. Strofinò   il fiammifero sulla balaustra con un'espressione di disprezzo. Lungo tutta la   strada la gente corse fuori dalle case a guardare.
  Cl. Perché non avete una figlia come me? Voi dovreste amare i bambini.
  Mon. Non lo so
  Cl. Ma voi state scherzando
  Mon. No, voglio dire...mia moglie...sì, mia moglie non ha mai voluto   bambini
  Cl. sembra che siate sempre spaventato da qualcosa. Io ho paura dei ragazzini   della mia età. Si uccidono a vicenda. Credete che sia sempre stato così?   Mio zio dice di no. Sei amici sono morti d'arma da fuoco da un solo anno a questa   parte. Dieci ne sono morti in incidenti automobilistici Mi fanno paura e loro   non mi hanno in simpatia perché ho paura. Lo zio dice che suo nonno si   ricordava del tempo in cui i ragazzi non si ammazzavano a vicenda. Ma tutto   ciò avveniva molto tempo fa, quando le cose erano diverse.
  Mon. Lo zio dice questo, lo zio dice quello. Vostro zio deve essere un uomo   molto notevole.
  Cl. Oh, lo è. Altroché se lo é. Bene, devo andarmene ora.   Arrivederci, signor Montag (gli consegna la pallina con cui giocherellava).
  Mon. Arrivederci

VIII
  Montag e Mildred, poi Beatty
  Mil. Stanno per dare il mio programma preferito
  Mon. Ti dispiacerebbe darmi un'aspirina e dell'acqua? Non vado al lavoro oggi.   Avverti Beatty per me.
  Mil. Che cosa è successo la notte scorsa?
  Mon. Un incendio, null'altro.
  Mil. Io ho passato una sera simpatica.
  Mon. Che cosa hai fatto stanotte?
  Mil. Ho guardato la TV
  Mon. Che cosa davano?
  Mil. Programmi
  Mon Quali programmi?
  Mil. I migliori che abbiano mai dato
  Mon. Con chi?
  Mil. Oh, sai, la solita squadra
  Mon rovescia l'acqua sentendo l'odore del cherosene sulla divisa
  Mil. Perché hai fatto una cosa simile?
  Mon. Abbiamo arso viva una vecchia coi suoi libri.
  Mil. Meno male che il tappetino è lavabile. Sono andata a casa di Helen   ieri sera
  Mon. Non vuoi sapere niente di stanotte?
  Mil. A proposito di che?
  Mon. Abbiamo bruciato un migliaio di volumi. Insieme con una donna
  Mil. Ebbene?
  Mon. Abbiamo bruciato Dante, Swift e Marco Aurelio?
  Mil. Non era un europeo, questo Marco Aurelio?
  Mon. Qualcosa di simile
  Mil. Non era per caso un sovversivo?
  Mon. Non ho mai letto niente di lui
  Mil. Sì, era un sovversivo. Non vorrai adesso che ti chiami io il capitano   Beatty, non è vero?
  Mon. Ma devi farlo!
  Mil. Non metterti ad urlare con me
  Mon. Non urlavo affatto. Io non posso farlo...
Tu non c'eri stanotte, non l'hai veduta. Ci deve essere qualcosa di speciale   nei libri, qualcosa che non riusciamo ad immaginare per convincere una donna   a restare in una casa che brucia!
  Mil. Doveva essere una sempliciotta quella donna
  Mon. Ragionava bene. Meglio forse di te e di me, eppure l'abbiamo arsa viva
  Mil. (Guarda nel videocitofono) Beh, avresti dovuto pensarci prima di diventare   incendiario. Ora sì che l'hai fatta bella. Si vede benissimo nel videocitofono.   Un'auto si è appena fermata e sta scendendo un uomo in divisa nera con   una salamandra arancione cucita sul braccio.
  Mon. E' il capitano Beatty?
  Mil. Il capitano Beatty, precisamente.

IX
  Be. Signora Montag, Guy...ho pensato di venire a vedere come stesse il malato
  Mon. Come hai fatto a indovinare?
  Be. Mi ero già accorto del tuo stato d'animo. Stavi per chiedere una   notte di permesso, non è così? Bene, prenditi pure una notte di   permesso. Quando credi di poter tornare al lavoro?
  Mon. Domani. O dopodomani. Lunedì, forse
  Be. Non c'è milite del fuoco che prima o poi non passi questa crisi.   Occorre soltanto conoscere la storia della nostra professione. Non la si insegna   più alle reclute, come si faceva un tempo. Una vera vergogna!
  Tu vuoi sapere quando ha avuto origine questo nostro lavoro, non è vero?   Bene, pare che abbia avuto inizio dopo un evento chiamato Guerra di secessione.   Ma il nostro regolamento sostiene che la milizia del fuoco sia stata fondata   anche prima. Il fatto è che la società non ha vissuto bene che   quando la fotografia ha cominciato a vivere di vita propria. Poi...il cinematografo   nella prima metà del ventesimo secolo. La radio, la televisione...Le   cose cominciarono allora ad avere massa. E poiché avevano massa, divennero   più semplici. Un esempio: i libri si rivolgevano ad una cerchia ristretta   di persone, sparse su territori immensi. Ed esse potevano permettersi di essere   differenti. C'era talmente tanto posto, allora. Ma poi il mondo si è   fatto sempre più gremito di occhi, di gomiti, di bocche. La popolazione   è raddoppiata, quadruplicata. Film, radio, riviste, libri sono tutti   livellati su un piano minimo, comune, una specie di norma dietetica universale,   se m'intendi. Mi intendi?
  Mon. Credo di sì
  Be. Immagina tu stesso: l'uomo del diciannovesimo secolo coi suoi cavalli, i   suoi cani, carri carrozze, dal moto generale lento. Poi, nel ventesimo secolo,   il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi.   Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli, le notizie riassunte nei   titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo.
  Mil. Finale esplosivo
  Be. Le opere dei classici ridotte così da poter essere contenute in quindici   minuti di programma radiofonico, poi riassunte ancora, in modo da stare in una   colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore ai due minuti. Finché   i libri scomparvero definitivamente.
  (vede la pallina di Clarisse) Ti piace giocare a bocce, vero Montag?
  Mon. Oh, le bocce. Sì, molto
  Be E a golf?
  Mon. Anche
  Be. Pallacanestro?
  Mon. Un gioco bellissimo
  Be. Biliardo? Boccetta? Palla ovale?
  Mon. Giochi magnifici, tutti!
  Be. Più sport per ognuno. Spirito di gruppo, divertimento, svago, distrazioni,   e tu così non pensi, no? Organizzare, riorganizzare, superorganizzare,   super-super-sport! Più vignette umoristiche, più fumetti nei libri,   più illustrazioni ovunque! La gente assimila sempre meno. Tutti sono   sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Le autostrade   e le altre strade sono piene di gente che va un po' dappertutto, ovunque, ed   è come se non andasse in nessun posto
  Mon. D'accordo, ma, e i vigili del fuoco?
  Be. Ah, ma è la cosa più logicamente conseguente, diamine! Man   mano che le scuole mettevano in circolazione un numero crescente di corridori,   saltatori, tuffatori, aviatori e nuotatori invece di professori, dotti, critici   e artisti, naturalmente il termine "intellettuale" divenne la parolaccia   che meritava di diventare. Si teme sempre ciò che non ci è familiare.   Ogni essere umano deve essere a immagine e somiglianza dell'altro. Dopo di che   tutti sono felici. Ecco perché un libro è un fucile carico, nella   casa del tuo vicino. Diamolo alle fiamme! Distruggiamo l'arma, castriamo la   mente dell'uomo. Chi sa chi potrebbe essere il bersaglio dell'uomo istruito?   Cosicché, quando le case cominciarono a d essere costruite a prova di   fuoco, non c'è stato più bisogno di vigili del fuoco, dei pompieri,   che spegnevano gli incendi. Furono assegnati loro nuovi compiti, li si designò   custodi della nostra pace spirituale, il fulcro della nostra comprensibile e   giustissima paura di apparire inferiori. Censori, giudici, esecutori. Tu, Montag,   sei tutto ciò. Io sono tutto ciò.
  Ora devo andarmene. La lezione è finita, per oggi. Spero di avere un   po' chiarito la situazione Ma la cosa che devi ricordare, Montag, é che   noi siamo i militi della gioia, tu, io, gli altri incendiari. Noi ci opponiamo   alla meschina marea di coloro che vogliono rendere ogni altro infelice con teorie   e ideologie contraddittorie. Ricordatelo bene!
  Mon. E se un milite del fuoco, per caso, senza averne realmente l'intenzione   si porta un libro a casa? Che cosa succede in questo caso?
  Be. Errore umano, naturale. Curiosità soprattutto. Noi capi non ci impressioniamo.   Lasciamo al milite il libro per ventiquattro ore. Se in capo a ventiquattro   ore non l'ha bruciato, semplicemente ci rechiamo a casa e lo bruciamo noi. Ti   vedremo al turno questa sera, Montag?
  Mon. Forse verrò più tardi
  Beatty esce

X
  Mon. Millie...
Mil. Eh?
  Mon. Quando è successo?
  Mil. Che cosa?
  Mon. Quando ci siamo incontrati? E dove?
  Mil. Quando ci siamo incontrati? Per fare cosa?
  Mon. No, voglio dire quando ci siamo conosciuti per la prima volta? La prima   volta che ci siamo incontrati, dov'era? E quando fu?
  Mil. Diamine, ma fu da...
Non lo so
  Mon. Non riesci a ricordarlo?
  Mil. E' passato tanto tempo
  Mon. Soltanto dieci anni, ecco tutto, dieci anni soltanto!
  Mil Non ti agitare, adesso, sto cercando di pensare. Ma che buffo. Dio, quanto   è buffo non ricordare dove o quando si è conosciuto il proprio   marito o la propria moglie
  Mon. Beh, non ha importanza. Mildred, conosci la ragazza di cui ti ho parlato...
Mil. Quale ragazza?
  Mon. La ragazza della casa vicina alla nostra
  Mil. Quale casa vicina alla nostra?
  Mon. Ma sì, quella ragazza delle scuole medie. Clarisse si chiama.
  Mil. Ah,sì
  Mon. Non la vedo da qualche giorno...quattro giorni per essere esatti. L'hai   vista?
  Mil. No
  Mon. Volevo parlarti di lei. Che strano!
  Mil. Ah, capisco quale ragazza tu intenda. Già, quella ragazza
  Mon. Che vuoi dire?
  Mil. Volevo parlartene. Ma me ne sono dimenticata. Me ne sono dimenticata!
  Mon. Beh, sei sempre a tempo a parlarmene ora. Sentiamo.
  Mil. Credo che se ne sia andata
  Mon. Andata?
  Mil. Tutta la famiglia si è trasferita altrove, ma lei se n'è   andata per sempre. Dev'essere morta.
  Mon. Evidentemente non stiamo parlando della stessa ragazza.
  Mil. No, no, è la stessa ragazza. McClellan, no? Mc Clellan. Investita   da un'automobile. Quattro giorni fa. Non ne sono proprio sicura, ma secondo   me dev'essere morta. Non so con precisione. Ma la ragazza per me è morta.
  Mon. Non ne sei sicura, però
  Mil. No, sicura no. Sicurissima
  Mon. Ma perché non me l'hai detto prima?
  Mil. perché me ne sono dimenticata
  Mon. Quattro giorni fa!
  Mil. M'è sfuggito tutto di mente
  Mon. Quattro giorni fa!

XI
  Mon. Millie, questa casa è tua quanto mia. Perciò mi sembra leale   e doveroso da parte mia dirti una cosa. Avrei dovuto dirtelo prima, ma non ero   disposto a confessarla nemmeno a me stesso. Ho una cosa che vorrei che tu vedessi,   una cosa che ho messo via, un poco alla volta, e tenuto nascosta da un anno   in qua, senza sapere perché, ma l'ho fatto e non te l'ho mai detto (estrae   da un nascondiglio dei libri e li getta sul pavimento. Mildred indietreggia,   tenta di gridare)
  No, Millie, aspetta. Smettila, ti prego. Insomma smettila. Dammi un secondo   di tempo, per favore. Non possiamo fare nulla, capisci? Questi non possiamo   bruciarli, per ora. Voglio dare loro un'occhiata, almeno guardarli una volta.   Se quello che il capitano Beatty dice è vero, li bruceremo insieme, tu   ed io. Non ti ho mai chiesto molto in questi anni, ma ora ti prego, ti scongiuro   di aiutarmi. Dobbiamo pur cominciare da qualche parte a cercare di scoprire   perché ci troviamo in confusione: tu, i sonniferi, io, il mio lavoro   Noi stiamo precipitando in un burrone, Millie e Dio sa se non voglio precipitarci!   Quella vecchia, la notte passata, Millie, tu non c'eri, non hai visto la sua   faccia. E Clarisse. Tu non le hai mai parlato, ma io sì. E uomini come   Beatty hanno paura di lei. Perché possono avere tanta paura di una ragazzina   come lei? La notte scorsa, in caserma, mi sono detto che forse sarebbe un bene   se gli incendiari stessi finissero bruciati!

XII
  La voce del campanello annuncia una visita (come prima): C'è una visita,   signora Montag
  Mil. E' il capitano Beatty, Guy!
  Mon. Non rispondiamo!
  Di nuovo il campanello. Non rispondono. Terzo annuncio
  Mil. (guardando al videocitofono) Ma è solo il vostro segugio meccanico!
  Mon. Senti qui: "Abbiamo calcolato che circa undicimila persone hanno,   in diverse occasioni, patitola morte piuttosto che assoggettarsi a imposizioni   anche minime"
  Mil. Che cosa significa? Non significa nulla! Il capitano aveva ragione!
  Mon. Significa...che dobbiamo incominciare dall'inizio, dalla prima pagina.
  Montag si mette a sfogliare rapidamente i libri.
  Buio

FINE PRIMO ATTO


  SECONDO ATTO
  XIII
  A casa di Faber. Faber e Montag (che ha con sé un libro)
  Mon. Signor Faber!
  Faber: Chi è?
  Mon. Montag
  Fab. Che volete?
  Mon. entrare
  Fab. Io non ho fatto nulla
  Mon. Ma se sono solo, accidenti!
  Fab. Lo giurate?
  Mon. Ma sì, ve lo giuro
  Faber apre la porta
  Fab. Scusatemi, ma si deve essere prudenti. Quando mi avete telefonato ho pensato...ad   una trappola.
  Quel giorno, nel parco, voi vi eravate accorto che avevo con me un libro, non   è così? Ed io vi diedi il mio indirizzo su un foglietto, nell'eventualità   che aveste deciso di avercela con me. Perché ora mi avete telefonato?   Cosa volete da me?
  (vede il libro) Quel libro...dove lo avete...?
Mon. L'ho rubato
  Fab. Siete un uomo coraggioso
  Mon. No. Una mia amica è morta. Un'altra persona che avrebbe potuto essermi   amica è morta bruciata meno di ventiquattro ore fa. Voi siete il solo   che conosca che possa venirmi in aiuto. Che possa aiutarmi a vedere. A vedere   la...
Fab. Permettete?
  Mon. Oh, scusatemi (gli porge il volume)
  Fab. Una Bibbia! Da quanto tempo!. Non sono un uomo religioso ma da quanto tempo   non ne vedevo più una...
(la sfoglia) E' proprio come la ricordavo. Signore, come l'hanno cambiata nei   nostri "salotti" oggi. Mi domando spesso se il buon Dio riconosca   il Suo proprio Figlio nei panni con cui l'hano camuffato, mascherato. Un vero   e proprio bastoncino di menta piperita è, ormai, tutto zucchero filato   e saccarina, quando non lo si colga nell'atto di fare velate allusioni a certi   prodotti commerciali, di cui ogni fedele abbisogna ASSOLUTAMENTE. (annusa il   libro). Sapete che i libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe   spezie esotiche? Amavo annusarli da ragazzo. Signore, quanti bei libri c'erano   al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!
  Signor Montag, voi avete davanti un vigliacco. Io vedevo la piega che stavano   prendendo le cose, già molto tempo fa. Ma non ho detto nulla. Non ho   fatto nulla. Sono uno degli innocenti che avrebbero potuto parlare chiaro e   tondo quando nessuno era disposto ad opporsi al "colpevole", ma non   ho aperto bocca, diventando così a mia volta colpevole. E quando finalmente   si giunse a organizzare legalmente il rogo della carta stampata, con la creazione   delle milizie del fuoco, brontolai un poco, poi tacqui, perché ormai   non c'era più nessuno che brontolasse o urlasse al mio fianco. Ora è   troppo tardi (chiude la Bibbia). Bene, se volete dirmi il motivo della vostra   visita...
Fab. Nessuno più ascolta. Io non posso parlare alle pareti, perché   sono le pareti, con i i loro giganteschi schermi, che urlano verso di me. Non   posso parlare con mia moglie, perché sta sentendo quello che dicono le   pareti. Io semplicemente ho bisogno di qualcuno che stia a sentire quello che   ho da dire. E forse, se mi si desse agio di parlare un po', potrei anche dire   qualcosa di sensato. Ecco perché vorrei che mi insegnaste a capire quello   che leggo.
  Fab. Che cosa vi ha scosso talmente? In che modo la torcia vi è stata   strappata di mano?
  Mon. Non lo so. Abbiamo tutto quanto occorre per essere felici, ma non siamo   felici. Manca qualche cosa. Mi sono guardato attorno. La sola cosa che ho visto   mancare positivamente sono i libri che io ho bruciato in questi ultimi dieci   o venti anni. E allora ho pensato che i libri forse avrebbero potuto essere   utili.
  Fab. Voi siete un romantico irrimediabile. Sarebbe una cosa buffa, se non fosse   tragica. Non sono i libri che vi mancano, ma alcune delle cose che un tempo   erano nei libri. Le stesse cose potrebbero essere diffuse e proiettate da radio   e televisori. Ma ciò non avviene. Non sono nei libri le cose che andate   cercando. Potete trovarle nei vecchi dischi, nei vecchi film, nei vecchi amici.   Cercatele nella natura e soprattutto in voi stesso. I libri sono solo un veicolo
  Mon. Mia moglie dice che i libri non sono reali...
Fab. E Dio sia lodato per questo! Li si può almeno chiudere, dire "aspetta   un momento". Potete farne ciò che volete. Ma chi è mai riuscito   a strapparsi dall'artiglio che vi imprigiona quando mettete piede nel salotto   della TV? Vi foggia secondo l'aspetto che più desidera. L'ambiente in   cui vi chiude è reale come il mondo. DIVIENE, e pertanto E' la verità.   I libri possono essere battuti con la ragione, ma come si fa a discutere con   le pareti del salotto? Il mio salotto, come vedete, non è costituito   che da quattro semplici pareti di calce e mattoni. E uso questi tamponi di gomma   per proteggere le mie povere orecchie dai messaggi pubblicitari vocali quando   sono nella ferrovia sotterranea.
  Ma che cosa posso fare di più? Che cosa possiamo fare? Non credo che   un vecchio decrepito e un milite incendiario in rivolta possano fare molto,   al punto in cui siamo...
Mon. Io posso avere dei libri
  Fab. Correndo rischi enormi
  Mon. Questo è il lato buono della morte: quando non si ha nulla da perdere   si può correre qualunque rischio.
  Fab (ridendo) Avete detto una cosa interessante senza averla mai letta!
  Mon. Ci sono pensieri così nei libri? Potremmo procurarci una macchina   tipografica e stampare delle copie dei libri che riusciremo a trovare...
Fab. Noi?
  Mon. Voi ed io
  Fab. Oh, no!
  Mon. Ma permettetemi di esporvi il mio piano
  Fab. Se insistete sarò costretto a pregarvi di lasciarmi da solo
  Mon. Ma non interessa anche a voi tutto ciò?
  Fab. No, se cominciate a fare il genere di discorsi che mi porterebbe a morire   bruciato. Ora, se la vostra idea è di stampare copie extra di vari libri   per poi nasconderle in tutte le caserme e le case dei militi del fuoco, così   che il seme del sospetto possa essere gettato fra questi incendiari, vi direi   bravo!
  Mon. Nascondere i libri, telefonare la denuncia allarme e vedere le case dei   militi bruciare allegramente, è questo che volete dire?
  Fab. Stavo scherzando
  Mon. Se voi ritenete che sia un piano degno di essere tentato, sono con voi.   Allora?
  Fab.Siete assolutamente e seriamente deciso?
  Mon. Assolutamente!

XIV
  Fab. E' un piano insidioso, credetemi. Vedere le caserme del fuoco ardere su   tutta la terra, distrutte come altrettanti focolai di tradimento! La salamandra   che si divora la coda! Gran dio!
  Mon. Ho una lista delle abitazioni dei militi di ogni città. Co un'organizzazione   clandestina...
Fab. Non ci possiamo fidare di nessuno, questo è il lato odioso.
  Mon. Non ci sono altri professori come voi, ex scrittori, storici, linguisti...
Fab. Morti o troppo vecchi
  Mon. Meglio se sono vecchi: sarà più facile per loro passare inosservati.   Voi ne conoscete a dozzine, confessatelo!
  Fab. Beh, ci sono molti attori che non recitano Pirandello, Shaw o Shakespeare   perché i lavori di questi autori sono troppo consci della realtà:   potremmo utilizzare il risentimento di questi attori. E servirci della giusta   ira di quegli storici che non possono scrivere una riga da quarant'anni. Potremmo   costituire dei corsi di lettura!
  Mon. Certo!
  Fab. (preso di nuovo da sconforto) Ma il pubblico ha cessato di leggere di sua   iniziativa. La gente vuole i programmi che le pareti dei salotti offrono. Andatevene   a casa, Montag. Mettetevi a letto, da bravo! Perché volete avvelenare   le ultime ore, saltellando nella vostra gabbietta e negando di essere uno scoiattolo?
  Mon. Allora non vi importa più di nulla?
  Fab. Mi importa tanto che ho la nausea di tutto
  Mon. E non volete aiutarmi?
  Fab. Buona sera, buona sera
  Mon. Vi piacerebbe questo libro?
  Fab. Darei il braccio destro per averlo. (Montag lo guarda e comincia a strappare   le pagine)
  Fab. Idiota, pazzo, che cosa state facendo? Oh no, fermatevi!
  Vi prego, non strappatene altre pagine! Non fatemi sentire ancora più   stanco e sfinito di quanto non sia. Che cosa volete in cambio?
  Mon. Voi, voi come maestro
  Faber: E va bene. Va bene! E' una follia ma ci sto! Ma sarete voi ad agire:   io sono troppo vecchio. Vi dirigerò, vi suggerirò ogni azione.   Tenete questo (prende un oggetto da una scatola).
  Mon. Sembra quasi una radio a conchiglia
  Fab. E' molto di più. E' uno strumento che ascolta. Voi lo introducete   in un orecchio, e io posso starmene comodamente a casa a riscaldarmi queste   vecchie ossa intirizzite dalla paura, e intanto udire, studiare il mondo dei   militi del fuoco, studiarne le debolezze.
  Vedete, Montag: quel giorno, nel parco, quando ci parlammo seduti su una panchina,   ero sicuro che prima o poi mi sareste capitato a casa. Ma era difficile prevedere   se come milite del fuoco o come amico!

XV
  (casa di Montag). Montag, Mildred, Sig.ra Bowles, Sig.ra Phelps; Montag entra   in salotto mentre le tre donne stanno sorseggiando qualcosa) Voce fuori campo   di Faber, udita solo da Montag
  Mon. Oh, ma che magnifico aspetto hanno tutti, stasera!
  Mil. Vero?
  Mon. Tu poi Millie sei meravigliosa
  Mil. Vero?
  Mon. E' un piacere vedere tanta bella gente intorno
  Mil. Vero?
  Fab: Pazienza...
Mil. (guardando lo schermo, cioè rivolta al pubblico) Non è uno   spettacolo stupendo?
  Sig. B e Sig. P Vero?
  Mon. Quando credete che scoppierà la guerra? Vedo che i vostri mariti   non sono venuti stasera
  Sig. Phelps. Oh, vanno e vengono, i mariti vanno e vengono. Finnegan è   un po' dentro e un po' fuori, Pete è stato richiamato ieri. Sarà   di nuovo a casa la settimana prossima. Così almeno hanno detto le autorità.   Guerra spiccia. Quarantott'ore, hanno detto, e poi di nuovo a casa la settimana   prossima. Guerra spiccia...
Non sono preoccupata. Lascerò a Pete tutte le preoccupazioni (risatina)   Ci penserà il buon Pete a stare in pensiero. Io no.
  Mil. Sì, lascia che ci pensi il buon Pete.
  Bow. E' sempre il marito di qualche altra che muore, così dicono.
  Phel. Sì, l'ho sentito anch'io. Non ho mai conosciuto un morto ucciso   in guerra. Di uomini uccisi perché erano saltati giù da una finestra   sì, come il marito di Gloria la settimana scorsa, ma in guerra no.
  Phel. No, in guerra no. Ad ogni modo, Pete ed io abbiamo sempre detto: Niente   lacrime, niente cordoglio o cose del genere. E' tanto per lui quanto per me   il nostro terzo matrimonio questo, e siamo indipendenti. Saper essere indipendenti,   ecco quello che diciamo sempre Pete ed io! Mi ha detto Pete: Se mi dovessi ammazzare,   tu tira pure diritto, sempre avanti per la tua strada, senza piangere. Sposati   di nuovo e non pensare a me
  Mil. Tutto questo mi ricorda la trasmissione di Clara Dove, ieri sera. Era tutta   basata su quella donna che...
Mon. Parliamo un poco!
  (Le tre donne lo guardano sbalordite)
  Mon. Come stanno i vostri bambini, signora Phelps?
  Phel: ma lo sapete benissimo che non ne ho! Nessuno che abbia la testa a posto   vuole avere bambini, sia lodato il Cielo!.
  Bowles. No, non sono d'accordo con te su questo. Io ho avuto due bambini mediante   taglio cesareo. Sarebbe stato inutile soffrire tutti quegli strazi per avere   un bambino. Alle volte i figli ti somigliano, e questa è una cosa carina.   Il medico mi aveva detto "Voi non avete bisogno del cesareo, avete i fianchi   capaci" ma io ho insistito.
  Phel. Taglio cesareo o no, i figli sono una vera e propria disgrazia e tu devi   essere impazzita a ragionare come ragioni.
  Bow. Li tengo a scuola nove giorni su dieci e devo combattere con loro soltanto   tre giorni al mese, quando vengono a casa; non è poi il disastro che   dici tu. Li sbatto nel salotto e accendo gli schermi delle pareti. E' come lavare   dei vestiti in lavatrice: riempi la vasca di roba da lavare e chiudi bene il   coperchio.
  Mil. (vede che Montag è rimasto in piedi) Parliamo di politica, così   faremo contento Guy
  Bow. Buona idea. Ho votato, alle ultime elezioni, come ogni altra, naturalmente,   per il presidente Noble. Per me è uno degli uomini più belli che   siano mai divenuti presidenti!
  Mil. Oh, ma quello che gli avevano dato come antagonista, allora?
  Bow. Beh, non era certo una bellezza. Era basso di statura. E poi non si radeva   bene e spesso era spettinato. Cosa gli è saltato in mente di candidare   un tipo simile? (Montag è uscito e torna con un libro in mano)

XVI
  Bow. Ma che cosa avete in mano? Un libro? Credevo che qualsiasi addestramento   ormai venisse fatto per film. E cosa ci leggerete? Un po' di teoria incendiaria?
  Mon. Teoria incendiaria un accidenti!
  Phel (guardando il libro) Ma questa è poesia
  Mil. Montag...
Mon. Non mi seccare
  Mil. Un momento, non devi...
Mon. Ma le hai sentite? Hai sentito questi mostri parlare di mostri? Dio, il   modo in cui blaterano della gente, dei loro bambini, di se stesse, della guerra   e dei loro mariti! Maledizione: io sto qui a sentirle e non posso credere che   sia vero!
  Bow. Io non ho parlato di nessuna guerra. E detesto la poesia
  Mon. Ma ne avete mai sentita leggere una?
  Faber. Montag.! Stai rovinando tutto, disgraziato! Montag, taci! Se continui   ancora tolgo il contatto
  Phel. Perché non ci leggete qualcosa dal vostro libriccino?
  Voglio spaventarle. Devono restare cieche dal terrore!
  Mil. Insomma, Guy, si può sapere con chi stai parlando?
  Faber. Dammi retta, c'è un solo modo per cavartela: di' che hai scherzato,   butta tutto in ridere!
  Mil. Una volta all'anno ad ogni milite del fuoco è permesso di portare   a casa un libro dei tempi andati per mostrare quanto sciocca fosse quell'usanza   e quanta confusione esistesse un tempo nel cervello della gente. (incalzandolo)   Leggi, leggi quella poesia che mi hai letto oggi e che mi ha fatto tanto ridere.   Leggilo, avanti!
  Mon. Si tratta della ballata di Lord Franklin, un esploratore che ha tentato,   alcuni secoli fa, di trovare un passaggio per il Polo nord. Non si è   più saputo nulla di lui, del suo equipaggio. Ma almeno ci ha provato,   ha creduto nella sua impresa...forse impossibile!

Una notte, tornando sul mare agitato
  Cullato dall'amaca caddi addormentato
  Feci un sogno e mi sembrava vero
  Sognai Lord Franklin e il suo equipaggio fiero.

Con cento marinai egli è salpato
  In maggio, verso l'oceano gelato
  Per raggiungere il polo, dove prima o poi
  Vanno tutti i poveri marinai.

Si affannarono invano, contro raffiche avverse
  E tra i ghiacci le navi furono sommerse.
  Con canoe di pelli solo l'Eschimese
  Riuscì mai ad infrangere quelle difese.

Nella Baia di Baffin, regno della balena
  Il destino di Franklin nessuna voce umana
  Può raccontarlo, nessuno dirlo mai:
  egli è ancora là, con i suoi marinai.

Ed ora ho un solo, un terribile tormento,
  per Lord Franklin adesso sfido le ire del vento
  e diecimila sterline darei certo purché
  possa incontrare Lord Franklin e sapere dov'è

La signora Clara Phelps piange
  Mil. Su Clara, non è successo niente. Fatti forza, cara. Ma che cosa   ti è capitato, insomma?
  Phe. Non lo so, non lo so. Io, ecco...
Bow. Ecco, lo sapevo, avete visto ora? E' accaduto quello che ho sempre detto:   poesia e lacrime, poesia e suicidio, pianti e disperazione, poesia e disgusto.   Ora ho avuto la dimostrazione che volevo. Voi siete un essere perverso, signor   Montag (la signora Ph. Continua a piangere. Buio)

XVII
  Montag e Beatty sul proscenio
  Be. Orbene ci sei riuscito, dunque. Il buon Montag ha voluto volare vicino al   sole e ora che si è bruciato le ali maledette vuole anche sapere perché   se le è bruciate. Ma non ti avevo avvertito abbastanza chiaramente quando   sono venuto a trovarti, mentre eri "malato"? Non hai aperto, e questa   per me è stata la conferma. Ti sei lasciato convincere da quella piccola   idiota, non è vero? Fiorellini, farfalline...
Mon. aveva capito tutto quella ragazza. E non ha mai fatto male a nessuno. Lasciava   vivere il prossimo, ecco tutto!
  Be. Lasciava vivere il prossimo? Ma se ti ha divorato poco a poco! Una di quelle   maledette santarelline, con i loro silenzi tutta presunzione e falsa virtù   (compare Mildred. Ha un beauty-case)
  Mon. Mildred! Mildred, non sei stata tu a fare la chiamata-denuncia?
  Mil (tra sé e sé) Povera famiglia, oh povera famiglia. Tutto rovinato,   tutto, in rovina ormai...(esce)
  Faber. Che cosa sta succedendo, Montag?
  Mon. Sta succedendo a me ora
  Faber. Non puoi fuggire, correre via?
  Beatty (si avvicina con un lanciafiamme) Che cosa c'è di tanto adorabile   nel fuoco? Qualunque età abbiamo ci attrae incredibilmente...Questa   è la TUA casa: voglio che tu faccia tutto da te. E non con cherosene   e fiammiferi, ma un pezzo per volta, col lanciafiamme. La casa è tua,   tuo deve essere il repulisti
  Fab. Montag, vieni via di là! (Montag tende l'udito e Beatty si insospettisce   e strappa l'auricolare)
  Faber. Montag! Montag! Ti è successo qualcosa...
Be. Ah, bene, c'è molto di più di quanto immaginassi qua sotto.   Ti ho visto piegare la testa da una parte, come per ascoltare meglio. Pensavo   che si trattasse di una normale radio a conchiglia, ma vedendoti agire da furbo   mi sono insospettito. E con questo aggeggio troveremo anche il tuo amico, sta'   tranquillo!
  Mon. No! (gli punta il lanciafiamme)
  Be (avanzando, come sfidandolo o scegliendo di morire) Dammi quel lanciafiamme,   Guy (sorridendo)
  Mon. No!
  Be. Dammi quel lanciafiamme!
  Montag lo uccide. Bui. Fuga di Montag tra il pubblico

XVIII
  Luce reale, non più fredda. Montag giunge in un bivacco. Varie persone   in scena che lavorano, parlano.
  Granger. Ti dico che non hai nulla da temere. Sei il benvenuto qua. Siedi. Gradisci   un po' di caffè?
  Mon. Grazie!
  Granger. Io mi chiamo Granger. Bevi anche un sorso di questa roba (gli porge   un vasetto di coccio) Cambierà l'indice chimico della tua traspirazione.   Entro mezz'ora il tuo odore sarà cambiato. Con il segugio meccanico alle   calcagna ti conviene scolare tutto il vasetto, Montag.
  Mon. Come?
  Gra. Il vasetto, ti conviene scolarlo tutto...
Mon. No, dico: conosci il mio nome e sai che sono inseguito...
Gra. Abbiamo seguito la tua caccia con questo televisore. Eravamo sicuri che   te la saresti squagliata lungo il fiume, in direzione sud. Quando ti abbiamo   sentito correre qua e là per la foresta come un alce sbronzo, non ci   siamo nascosti, come facciamo di solito. Avevamo capito che eri nascosto nella   foresta quando gli elicotteri sono tornati indietro, verso la città.   C'è da ridere, a pensarci: la caccia continua, ma in direzione opposta!
  Mon. Ma perché, se sospettano che io sia qui?
  Gra. E' un trucco: tu hai fatto perdere le tracce al fiume, e loro non possono   ammetterlo. Sanno di non poter tenere in sospeso il pubblico ancora per un pezzo.   Lo spettacolo deve avere una conclusione sensazionale, rapidissima. Se dovessero   frugare tutto il fiume, sai quante ore ci vorrebbero! Così adesso stanno   cercando una via d'uscita che concluda le ricerche in modo soddisfacente e clamoroso.   Fra cinque minuti il criminale Montag sarà catturato
  Mon. ma in che modo...
Gr. Guarda (tutti guardano nel televisore)
  Gr. Vedi? Quello sei tu. Quell'uomo in fondo alla strada. Vedi come la telecamera   sta carrellando? E' la vittima designata. Si crea la scena, si determina una   tensione crescente. La carrellata si conclude con un primissimo piano. In questo   momento qualche povero diavolo è uscito per fare due passi. Un eccentrico,   ecco. Non credere che la polizia non conosca le abitudini di tutti gli eccentrici   della città, della gente, ad esempio, che ama fare lunghe passeggiate   per il gusto di camminare o perché soffre di insonnia. La polizia ha   questo soggetto sulla sua lista da mesi, anni forse Non si sa mai, quando l'essere   a conoscenza di certi dati può risultare utile. E salvarti la faccia.   Guarda!
  (Voce fuori campo) L'inseguimento è finito. X Il segugio meccanico sta   catturando il colpevole...ecco: sta iniettando la sostanza letale. X Bene,   l'operazione di polizia è compiuta. Le immagini che vi stiamo offrendo   confermano che la città può tornare ad essere tranquilla, finalmente   X Un nemico dell'ordine pubblico, un sovversivo, un assassino è stato   reso inoffensivo: Guy Montag è morto. X Un delitto contro la società   è stato punito. X E ora vi trasportiamo sui giardini pensili dell'Hotel   Lux per un programma che vi farà sognare...
Gra. Non hanno fatto vedere la faccia dell'uomo, hai notato? Nemmeno il tuo   migliore amico avrebbe capito che non eri tu. Hanno reso la scena confusa quel   tanto che basta per acuire l'immaginazione.
  Tanto vale che tu faccia conoscenza con noi tutti: questa è Frieda Clement,   ex titolare della cattedra Thomas Hardy nell'Università di Cambridge,   prima che questa diventasse un Istituto di Tecnologia Atomica. Quest'altro è   il prof. Simmons dell'University College, Los Angeles, specialista delle opere   di Ortega y Gasset. E il reverendo Padover, che una trentina di anni fa perse   tutto il suo gregge per le sue idee esposte, da una domenica all'altra. E ora   vagabonda come noi. Benvenuto, Montag.
  Mon. Ma io non appartengo al vostro mondo. Io sono solo stato un idiota per   tutta la mia vita!
  Gra. Tutti noi abbiamo commesso la specie giusta di errori. Diversamente non   saremmo qui. Quando eravamo singoli, separati individui, non avevamo altro che   una gran rabbia in corpo Io presi a pugni un milite del fuoco venuto a bruciare   la mia biblioteca, anni fa. Da allora sono un fuorilegge. Vuoi dunque essere   dei nostri, Montag?
  Mon. Sì
  Gra. E che cosa hai da offrire?
  Mon. Niente. Credevo di avere parte dell' Ecclesiaste e forse un po' di Apocalisse,   ma ormai non ho nemmeno più questi
  Gra. Dove lo avevi?
  Mon (tocca la fronte) Qui
  Gra. Più che giusto, perfetto (al reverendo) abbiamo un libro dell'Ecclesiaste?
  Reverendo: Uno solo, presso un certo Harris a Yaungstown
  Mon. Bene: se succedesse qualcosa ad Harris, tu sei il libro dell'Ecclesiaste
  Mon. Non lo ricordo più

XIX
  Gra. Non si perde mai niente veramente. Ti tornerà in mente quando ne   avremo bisogno. Io sono la Repubblica di Platone. Vuoi leggere Marco Aurelio?   La prof.ssa Simmons è Marco Aurelio!
  Simmons. Molto lieto
  Gra. E questo è Jonathan Swift, Charles Darwin, Shopenhauer, Confucio   (presenta i compagni)
  Siamo anche Matteo, Marco, Luca e Giovanni.
  Simmons. Anche noi siamo dei bruciatori di libri. Leggevamo i libri e poi li   bruciavamo per paura che ce li trovassero in casa. I microfilm non servivano,   eravamo sempre in viaggio, non volevamo dover sotterrare i film in attesa di   ritornare. Sempre il rischio di essere scoperti! Meglio tenersi tutto quanto   in testa, dove nessuno può venire a vedere o sospettare nulla. Noi siamo   tutti pezzi e bocconi di storia, letteratura, codice internazionale, Byron,   Tom Paine, Machiavelli o Gesù Cristo, ecco tutto.
  Mon. Sono stato un demente a pensare di ottenere le cose con i miei metodi,   seminando libri nelle case degli incendiari per poi denunciarli
  Sim. Hai fatto quello che dovevi fare. Il sistema, se applicato su scala nazionale,   avrebbe dato ottimi risultati. Ma il nostro metodo è più semplice   e tutto sommato, crediamo, migliore. Tutto quello che vogliamo fare è   conservare intatta, al sicuro, la cultura che pensiamo ci occorra.
  Ma forse ora è troppo tardi. E' scoppiata la guerra e la gente non lo   sa. Tra poco bombarderanno la città. Mentre noi siamo qui, nella foresta,   la città è laggiù, tutta avvolta nel mantello di mille   colori. Tranquilla. Le città! Non avranno una vita troppo facile nei   prossimi giorni...
Mon. ma in quanti siete?
  Sim. A migliaia, sulle autostrade, lungo le ferrovie abbandonate, vagabondi   all'esterno, biblioteche dentro.
  Tu hai passato la vita a distruggere, noi ti proponiamo di costruire. Ognuno   deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un   bimbo o un libro o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani   o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato con il nostro sudore.   Qualche cosa, insomma, che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo,   e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato,   noi saremo là.
  Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi   qualche cosa da ciò che era prima in qualcos'altro che porti poi la nostra   impronta. La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato e un vero   giardiniere sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non   esserci stato, su quel prato. Ma un vero giardiniere vi resterà tutta   una vita!
  Mon. Che succederà delle città, una volta finita la guerra?
  Gran. Tutto spianato, raso al suolo. Le città sembreranno sacchi di farina   rovesciata. Non esisteranno più. Sarei curioso di sapere quanti erano   coloro che se l'aspettavano? Quanti saranno colti di sorpresa?
  Voglio raccontarti una leggenda: c'era un buffissimo uccello, chiamato fenice,   nel più remoto passato, prima di Cristo. Questo uccello ogni quattro   o cinquecento anni si costruiva una pira e ci si immolava sopra. Ma ogni volta   che si bruciava, rinasceva poi subito dalle sue stesse ceneri, per ricominciare.   E a quanto sembra, noi esseri umani non sappiamo fare altro che la stessa cosa   infinite volte, ma abbiamo una cosa che la fenice non ebbe mai. Sappiamo la   colossale sciocchezza che abbiamo appena fatto. Conosciamo bene tutte le assurdità   commesse in migliaia di anni e finché sapremo di averle commesse e ci   sforzeremo di saperlo, un giorno o l'altro la smetteremo di accendere i nostri   fetenti roghi funebri e di saltarci sopra. Ad ogni generazione raccoglieremo   un sempre maggiore numero di gente CHE SI RICORDA.
  Sim. Sì, conosceremo una grande quantità di persone sole e dolenti,   noi prossimi giorni, nei mesi e negli anni a venire. E quando ci domanderanno   che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere: RICORDIAMO. Ecco dove alla lunga   avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare   una tale quantità di cose che potremo costruire la più grande   scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande   fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra. Vieni, ora (si alzano   in piedi). Per prima cosa provvederemo alla costruzione di una fabbrica di specchi,   perché dovremo produrre soltanto specchi, almeno per un anno, tutti specchi,   dove ci conviene guardare. Lungamente...

 

 


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