La partenza
Di Michele Galli
Regia di Titti Tandoi
Con Giulia Arrigoni, Raffaella Coglitore, Bruno Fanchetti, Stefano Luca, Gianluca Moiser, Rosy Pozzoni
Musiche: Marco Scala e Nicola Paganoni
Direzione artistica: Andrea Maspero
Sondrio, 20 luglio 2004, ore 20.30, giardini di Palazzo Sassi
Berbenno, 21e 22 agosto 2004, ore 18.00
Hanno scritto su di noi...
Convincente prova della compagnia Gente Assurda ai giardini Sassi di Sondrio Di Melissa Mattiussi Quale miglior periodo di quello estivo per parlare di partenze? C'è chi fugge dai problemi quotidiani o imprevisti, chi parte in quarta o parte per la tangente, chi parte per la guerra e spartire è un po' morire, può essere anche un po' rinascere. La Provincia quotidiano, 22 luglio 2004
NON SOLO VALIGIE E TICKET
RISATE E BILANCI ESISTENZIALI: E' "LA PARTENZA"
Martedì sera ai Giardini Sassi di Sondrio, di fronte al museo, si è tenuto lo spettacolo teatrale "La partenza". Un atto unico di Michele Galli, durato circa quaranta minuti, per la regia di Titti Tandoi, su musiche di Nicola Paginoni e Marco Scala, vivacemente interpretato dalla compagnia sondriese "Gente Assurda", Gianluca Moiser (Gustavo), Stefano Luca (sostituto vice portiere/boy), Bruno Fanchetti (vice portiere/padre/direttore), Raffaella Coglitore (agente di polizia/cameriera), Giulia Arrigoni (Paola)e Rosy Pozzoni (madre/signorina).
Attendendo il biglietto del treno, il visto ed il permesso per partire, il Signor Gustavo Rossetti trascorre freneticamente, nell'Albergo Miraggio, le ultime ore del suo soggiorno. Tali attimi divengono l'occasione per un bilancio della propria vita, seguendo il filo degli affetti familiari, che si rivelano impietosamente inconsistenti. La lontananza, infatti, ha il pregio di riuscire a fare capire quali siano gli affetti veri, rinforzandoli, e quali siano quelli finti, troncandoli. Alle sue richieste telefoniche d'aiuto alla moglie, al padre, alla madre si sente rifiutare da ognuno di loro. Che fare dunque? Affidarsi agli estranei. Un susseguirsi di personaggi e situazioni esilaranti ed al limite del paradosso, in cui spiccata l'effervescente interpretazione di Raffaella Coglitore dei personaggi della cameriera frivola e canterina, dall'accento parmigiano, e dell'agente di polizia dalla parlata tedesca, con paletta schiacciamosche in mano. Dialoghi a raffica e situazioni assurde si intrecciano fino a formare una fitta ragnatela, che tiene bloccato il protagonista. Ma al centro di tutto questo vi è l'umanità nel suo insieme,il senso più profondo dell'essere umano. Relazioni affidate ai telefoni, da quelli interni all'hotel ai cellulari, che paradossalmente accentuano l'incomunicabilità e le incomprensioni tra le persone. Anche ridendo di gusto si può avere modo di riflettere per arrivare a comprendere che, per Gustavo, l'unica alternativa alla partenza dall'inusuale albergo è rimanere in esso,prigioniero del suo segreto, autoconvincendosi che tutti quanti gli vogliono bene,a modo loro.
Ogni partenza comporta scelte, rinunce, abbandoni, nostalgia, ma pure nuovi orizzonti, nuove scoperte e prospettive da cui guardare il proprio mondo a cui si può anche fare ritorno, senza per questo risultare vinti o vincitori, perché la felicità sta dentro di noi e nel modo di guardare la vita.