Associazione Culturale

Nel buio dell'America

 

Nel   buio dell'America

dramma   di Joyce Carol Oates

E' stato rappresentato:

a Sondrio il 5 maggio   2001

a Morbegno il 12 maggio 2001

a Berbenno il 25 giugno   2001

Hanno recitato:

Marilena Marmo nella   parte di Emily Gulick

Gianluca Moiser nella parte di Frank Gulick

Elena Stanchi nella   parte dell'intervistatrice

Regia di Titti Tandoi

Musiche originali   di Nicola Paganoni e Marco Scala

Direzione tecnica   di Andrea Maspero

Luci, scene e trucco   di Gente Assurda

L'autrice
  Joyce Carol Oates è la speranza più concreta, per gli Stati Uniti,   di aggiudicarsi il Nobel per la letteratura nei prossimi anni; è nata   nello stato di New York nel 1938, si è laureata alla Syracuse University,   specializzandosi in Letteratura anglosassone, è professoressa emerita   in discipline classiche all'Università di Princeton e dirige la   prestigiosa Ontario Review.

Ha dato alle stampe   il primo volume di racconti a venticinque anni, e da allora la sua produzione   ha annoverato una ventina di raccolte di racconti, ventisei romanzi e svariati   testi teatrali, oltre alla recente biografia di Marilyn Monroe ("Blonde")    che tanto scalpore ha suscitato.

Quella che descrive   è una realtà ed una esperienza spesso drammatica, segnata dalla   violenza manifesta e da quella, ancora più terribile, sotterranea: sono   proprio i momenti che ci sono più familiari che si rivelano i più   carichi di minaccia.

E' adorata dalla   critica americana, entusiasta dei suoi lavori; siccome è una straordinaria   scorrazzatrice di stili e temi e generi tra loro distanti, è stata avvicinata   ai post-moderni americani e di lei è stato scritto: "Raggiunge ogni   latutudine della mappa estetica".


La trama
  I genitori di un ragazzo, Carl Gulick, accusato di un efferato assassinio, non   possono fare a meno di sostenere la sua difesa nel corso di una esemplare intervista   televisiva, in cui colpiscono gli argomenti con cui circondano la propria cecità:   le loro affermazioni formano un'esemplare galleria di luoghi comuni, pregiudizi   e patetici e spesso falsi valori di un certo mondo con cui tutti abbiamo ogni   giorno a che fare; non vuole essere un'opera realistica, ma un ritratto   spietato della realtà.

Nel buio dell'America   è però anche una sottile ma manifesta denuncia delle storture   dell'esasperata ricerca dell'audience a tutti i costi dei media, soprattutto   in epoca di Grande fratello.

 

Eccellente performance della   compagnia "Gente Assurda" sabato sera al polifunzionale Don Bosco   di Sondrio

Bagliori di disarmonie nel buio   americano

Lo spietato ritratto della realtà   di "Tone clusters" ha convinto il pubblico

I bravi attori della compagnia Gente Assurda   hanno fatto il pienone con "Nel buio dell'America (Tone clusters)".
  Sabato sera, nella sala polifunzionale don Bosco, non sono mancati gli applausi   e le congratulazioni. Titti Tandoi, la regista, si dice soddisfatta, il pubblico   ha risposto bene in quanto il gruppo ha messo in scena uno psicodramma insolito   e non facile. Si tratta di un atto unico di Joyce Carol Oates.
  "Tone clusters", letteralmente disarmonie, è stato rappresentato   la prima volta allo Humane Festival of America Plays nel 1990 e anche a Sondrio,   come allora, ha colpito.
  Protagonisti della pièce sono i genitori di un aragazzo accusato di omicidio   che vengono intervistati. Dalle loro affermazioni emergono una serie di luoghi   comuni, pregiudizi e pataetici e spesso falsi valori di un certo mondo con cui   tutti abbiamo ogni giorno a che fare; non vuole essere un'opera realistica,   ma un ritratto spietato della realtà.
  "Nel buio dell'America" è anche una sottile ma manifesta denuncia   delle storture dell'esasperata ricerca dell'audience a tutti i costi dei media.
  Frank Gulick è stato interpretato da Gianluca Moiser, Emily Gulick da   Marilena Marmo e l'intervistatrice da Elena Stanchi.
  La compagnia Gente Assurda - studenti, insegnanti: una decina di attori che   si esibiscono per diletto - si è costituita nel 1992. Il gruppo predilige   gli autori contemporanei e non ha mai messo in scena classici. La prossima esibizione   è in calendario a Morbegno (ex chiesa di s. Antonio) per il prossimo   12 maggio, seguirà a giugno uno spettacolo a Berbenno.

Articolo di Carlalberto Biasini apparso sulla   Provincia di Sondrio quotidiano del 7 maggio 2001



Sul palco del polifunzionale "Don Bosco"

Gente assurda, in scena la morte   e l'America

L'essenzialità scenografica, l'efficacia   interpretataiva dei tre attori di cui uno come voce fuori campo, l'abile regia   di Titti Tandoi, unitamente ad una tematica emotiva ed intensa...tutti ingredienti   giusti per il successo dello spettacolo teatrale "Nel buio dell'America"   della compagnia "Gente Assurda", presentato sabato scorso presso la   sala Don Bosco.
  La rappresentazione si è sviluppata in un atto unico in nove scene. Autrice   del testo è Joyce carol Oates.
  La voce fuori campo, nel ruolo di intervistatrice, ha saputo ben focalizzare,   attraverso una serie infinita e serrante di quesiti, i problemi di una famiglia   americana apparentemente felice: i coniugi Frank ed Emily, che cercano a tutti   i costi di sdrammatizzare al massimo il vero problema, quello del loro figlio   Carl, accusato dell'efferato omicidio di una quattordicenne, avvenuto il 22   febbraio 2000 nel New Jersey. Il mondo sembra cadere addosso a questi genitori   convinti in cuor loro della piena innocenza del figlio. "Tanto odio nazista   contro di noi" dice Frank all'intervistatrice e continua "Tutto è   cambiato, si ha paura di quello che vedi e che senti". Alle domande incalzanti   sul fglio, i coniugi non rispondono mai direttamente, anzi le dibblano "astutamente",   descrivendo il loro Carl come il classico ragazzo per bene, dal carattere dolce   e innocuo, sensibilie, levoratore e sereno. "Lo hanno trattato peggio degli   animali in una Germania nazista" continua il padre nell'estenuante difesa   del figlio, prendendosela con le istituzioni americane. La cosa che sorprende   è che nel lungo monologo, rarissime volte gli sguardi dei coniugi s'incontrano.   Danno la colpa anche ai mezzi d'informazione "che sono pieni di bugie".   La madre sembra voler dare spiegazioni che rasentano la verità, ma viene   sempre zittita dal marito Frank che cerca di farle cambiare idea e di farla   ragionare come vuole lui. Entrambi cercano tuttavia di trovare mille giustificazioni   nel momento in cui l'astuta intervistatrice si accanisce ad indagare più   a fondo sulla personalità del giovane, che comunque rimane sempre un   "bravo ragazzo". Ma è proprio così? La situazione diventa   veramente patetica quando marito e moglie lanciano un appello affinché   il vero assassino si consegni e "guardi il suo cuore, dicendo la verità",   perché, secondo loro, "Carl è innocente, la sua fede è   intatta e vuole proteggere qualcuno". Entrambi sembrano chiudersi nei ricordi   confusi del passato del figlio. La memoria diventa finzione. Il finale vede   sullo sfondo la "Statua della Libertà". Qualche allusione all'innocenza   del figlio? E intanto i due coniugi piangono. I pregiudizi e i falsi valori   della gente e della società rimangono nonostante l'accusato sia innocente   o colpevole. Sei sempre un "etichettato".

Articolo di Leonarda Leggieri apparso su Centro   Valle del 13 maggio 2001


Un'opera di Joyce Carol Oates   per il terzo appuntamento con la Rassegna teatrale della Comunità montana   di Sondrio

"Gente Assurda", prova   di grande coraggio

Davvero di ottima qualità   lo spettacolo proposto dalla compagnia sondriese

Terzo spettacolo della Rassegna teatrale, organizzata   dalla Comunità montana di Sondrio.
  Dopo Lanzada e Ponte eccoci, venerdì sera, nella sala dell'hotel Salyut   di Berbenno con la compagnia Gente Assurda che ha proposto "Tone Clusters    - Nel buio dell'America" di Joyce Carol Oates.
  Un'operazione di grande coraggio e impegno. Quando si presenta un'autrice del   livello di Joyce Carol Oates si spalancano momenti di riflessione sulla nostra   condizione umana ed in particolare sul mondo degli Stati Uniti d'America, sulla   gente che crediamo di conoscere attraverso gli sceneggiati televisivi e che   siamo invece ancora molto distanti dal recepire.
  L'opera teatrale presentata venerdì sera era "Tone Clusters - Nel   buio dell'America" che fu il grande successo all'Humana Festival of America   Plays nel 1990 a Louisville nel Kentucky.
  Dolente storia di miopia, di cecità di fronte ad un grande dramma di   un figlio che uccide in modo efferato e viene difeso in modo miope e meschino.   Dramma del giorno (che non c'entra con il perdono!). Egli viene difeso con una   serie di giustificazioni e luoghi comuni che forse sono proprio la causa scatenante   di drammi enormi che sembrano alla fine incomprensibili. Una gran bell'opera   di Joyce Carol Oates che sempre raggiunge risultati eccezionali ed eccezionale   è il suo modo di scrivere. Vedi il libro "Black water" del   92 dove accusa Ted Kennedy per quel tremendo episodio dell'annegamento della   segretaria. E anche John Fitzgerald Kennedy viene osservato con sguardo severo   dall'autrice. Il suo ultimo romanzo cui siamo obbligati a far cenno è   quello stupendo "Blonde" anche in una bella traduzione italiana edita   da Bompiani. Libro che indaga sul personaggio Marilyn Monroe emblematico per   capire l'ultima parte del nostro secolo e l'America.
  Ma torniamo alla pièce di venerdì sera. I tre interpreti di "Tone   clusters", Gianluca Moiser, nel ruolo di Frank, Marilena Marmo in quello   di Emily ed Elena Stanchi in quello della intervistatrice hanno impostato la   loro recitazione sul tono non realistico. Spesso è proprio la commedia   americana, il dramma americano che richiede questa recitazione. Ricordate Saroyan?   Che è proprio il contrario della Oatesma che anch'esso esige questo tipo   di recitazione fuori dalle righe. Che è prprio il contrario di Odets.   Nel guado invece rimane la grande Hellman. Bene dunque ha fatto la regista Titti   Tandoi ad impostare un tipo di gestualità e recitazione fuori dal temopo   contingente. Per diventare il tempo su cui meditare. Così anche gli attori   Gianluca Moiser, Marilena Marmo, Elena Stanchi. Il livello e la qualità   di questo complesso valtellinese "Gente Assurda" merita molta attenzione.   D'ottima qualità anche le musiche che accompagnavano il dramma. Dei valtellinesi   Nicola Paganoni e Marco Scala. Le luci, le scene con proiezioni di diapositive   di paesaggi americani, i costumi ed il trucco erano di gente Assurda, la direzione   tecnica di Andrea maspero.
  Un solo neo: troppo poco pubblico per una rappresentazione di livello che meritava   maggior successo.
  Caldo l'applauso dei presenti.

Articolo di Carlo Mola apparso sulla Provincia   di Sondrio quotidiano del 17 giugno 2001

 

 

 

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